La stretta sinergia tra liturgista, artista e architetto permette alla Cattedrale di Prato di incontrare un nuovo equilibrio tra rito postconciliare e antichi spazi.
La Cattedrale è una delle più antiche chiese di Prato. Testimoniata già a partire dal X secolo come pieve di Santo Stefano, ma esistente almeno dal VI secolo era la chiesa principale di Borgo al Cornio, il primitivo insediamento pratese. Ristrutturata dal X al XV secolo, appare unitaria per l’equilibrata purezza dei volumi e la vibrante bicromia dei paramenti esterni, in alberese e marmo verde di Prato.
Il progetto di adeguamento liturgico è stato portato avanti in collaborazione con l’artista statunitense Robert Morris, uno dei principali e teorici artisti del minimalismo e con il liturgista Silvano Maggiani.
La progettazione si è focalizzata su un tipo di arredo orientato verso i tre poli celebrativi della mensa eucaristica, della mensa della Parola e del pulpito quattrocentesco, al fine di valorizzare le tre opere artistiche corrispondenti: l’altare e l’ambone di Robert Morris e il pulpito di Mino da Fiesole.
La cattedra, simbolo del magistero proprio della cattedrale, con particolari dosaggi di luce appare splendente con riflessi dorati mentre un leggera lama di luce illumina la mensa eucaristica e il panneggio in bronzo della mensa della Parola.
Sullo stesso argomento un articolo è stato pubblicato sulla rivista Chiesa Oggi nel numero 97/2012. Al seguente link è disponibile l’articolo completo in formato pdf > Duomo di Prato
Liturgista
Silvano Maggiani
Artista
Robert Morris
Luogo
Prato
Anno di realizzazione
2004